2020: la mia prima Chase the Sun

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2020: la mia prima Chase The Sun all’insegna del NoWaste

Quest’anno si terrà la quarta edizione della Chase The Sun. Sarà la mia prima volta, però, perché le altre, per motivi diversi, me le sono perse.

E così, finalmente il 20 giugno 2020 (che già mi sembra bellissimo come numero, no?) anch’io vivrò quello che per anni ho solo sentito raccontare: la sveglia prima dell’alba, l’emozione della partenza in riva all’Adriatico, la soddisfazione di arrivare dall’altra parte, il bagno al tramonto. Attraverserò l’Italia in sella alla mia bicicletta, in compagnia di altre centinaia di cavalieri pazzi e sognatori ad inseguire il sole, nella speranza di acciuffarlo per la coda dell’ultimo raggio, prima che si vada a tuffare nel Tirreno. Passerò l’Arno, scavallerò passi, succhierò ruote. Mi perderò (sicuro). Mi ritroverò (speriamo). E comunque io arrivi a destinazione, con le mie gambe o col treno, prima del tramonto o a notte fonda, di questa mia prima Chase The Sun, non voglio perdermene neanche un secondo, una goccia, una briciola. Parola di Donne con le Gomme.

Il mio personale decalogo NoWaste

1. Non si butta, non si spreca, non si perde. Soprattutto l’occasione di fare la Chase The Sun. Che è tutta da vincere, semmai. E poi da conservare, nel taschino, o nel cassetto dei ricordi più belli, pronta per essere riciclata nei momenti bui e grigi dell’inverno. Da tirar fuori come una boccetta di Rescue Remedy. Di quelli buoni.

2 No plastic. Le bottiglie usa e getta, non si usano. E non si gettano.  Userò le borracce, meglio se di metallo. Di quelle vecchie magari, avvolte nel feltro umido per restare fresche. Berrò alle fonti. E poi, Lambrusco in Emilia Romagna, Chianti in Toscana.

3 Niente abbigliamento nuovo. Per questa edizione, farò come gli antichi guerrieri: vestirò con i capi a me più cari, quelli che hanno condiviso le mie battaglie più dure, che mi hanno sostenuto nelle salite più erte, assorbito il mio sudore. Che mi hanno riparato in passato dal freddo e dalla pioggia. Anche i vestiti hanno un’energia, e della loro possiamo fidarci, perché la conosciamo già.  Unica concessione, sarà il fondello nuovo, se serve (e serve).

4 Non sprecare le e-nergie.

Niente musica, nè cellulare.  Poche chiacchiere di buona qualità con i compagni di strada. Ricordate la storia del Mindful cycling? Ecco, quello. Cercherò di stare nel qui e ora. Solo un’occhiata al Garmin, per non perdermi niente, neanche la direzione giusta

5 Onora il cibo. Il vero spreco pare, è quello di perdersi le arcinote tagliatelle in cima al Pinone. Ne ho sentito parlare così tanto che prima di mangiarle mi faccio fare l’autografo. Dopo, ho paura mi facciano il test antidoping.

5 bis. Zero rifiuti. Non credo sia mai successo, ma anche avanzarle creerebbe rifiuti, e noi rifiuti non ne vogliamo creare, giusto? Quindi, ci darò dentro.

6 Vietato imbrogliare. Sono quasi certa che a un certo punto mi verrà voglia di farlo. Un piccolo strappo dato da un pick up, o da un amico al seguito. Un aiutino tra un check point e l’altro, cosa vuoi che sia? In fondo is not a race…a ride… it’s a… Balle! Davvero ve la siete bevuta? Non sarà una gara con gli altri, ma lo è con noi stessi. E vogliamo imbrogliarci così, inquinando definitivamente la gioia che si prova all’arrivo? Naa. Se non ce la si fa… ce la si fa, ce la si fa.  Unica concessione, potrei accettare una spinta da qualche ciclista generoso, persino se arriva da dietro e appoggia la mano…avete capito no?

7 Vietato perdersi.

Alla Chase The Sun non ci si perde. Ci si trova. E non ci si lascia più. 272 km, e 3300 metri di dislivello sono tanti. Insieme si fa così meno fatica che sembra quasi di fare prima. Facciamo in modo quindi di fare squadra e non mollarci. Neanche quando saremo più lenti, o saremo in crisi, quando minacceremo di scendere. Promesso? Promesso.

8 Vietato abbandonare ciclisti per strada. Mentre si pedala agili e spediti/stanchi e stremati/affranti e preoccupati a seconda del punto in cui ci si trova, incontriamo un ciclista sconosciuto in panne, non importa se meccanica, fisica o psicologica. Cosa facciamo? Tiriamo dritti perché non lo conosciamo e francamente abbiamo già i nostri problemi a tentare di portare a casa la ride nei tempi prestabiliti? Risposta errata. Ogni ciclista è mio amico, ma durante la Chase The Sun è mio fratello. Ci si ferma, chiunque sia, qualunque cosa abbia. E lo si aiuta, come si può. Se non si può, si chiama qualcun altro. I telefonini servono (anche) per questo.

9 Cogliere ogni attimo.

Non farlo è il massimo dello spreco.  Gusterò ogni sensazione in modo inclusivo, indiscriminato, belle e brutte. Mi imprimerò ogni paesaggio nella mente. Farò tesoro di ogni sapore, di ogni profumo. Ogni goccia di sudore sarà preziosa. Apprezzerò ogni pedalata, anche quando farà male. Farò in modo che quell’euforia che si prova alla fine di ogni impresa duri il più a lungo possibile. Farò incetta di endorfine, metterò sotto vuoto il senso di appartenenza, di amicizia e fratellanza che avrò sentito pedalando con tutti gli altri. Farò tesoro degli errori, salverò i volti nuovi nella rubrica interiore. Creerò contatti, rinsalderò gli affetti.  Surgelerò “l’effetto Chase The Sun” per fare in modo di poter avere qualcuno dei suoi raggi luminosi anche nel resto dell’anno.

10 Non dormire sugli allori. I giorni dell’anno che mancano alla prossima Chase The Sun non vanno sprecati, no no. Mi allenerò, farò ginnastica, uscirò in bici ogni volta che potrò. Farò in modo di arrivarci più allenata, più in forma, anche in barba all’anno in più. E sì, anche sognarla e pregustarla fa parte di questo mio “NoWaste program”.

 

Buona Chase The Sun a tutti.

Questo l’augurio di Alberta Turbolenta a tutti i partecipanti 2020. Questo il suo testo di presentazione della Chase 2020. Prima interpretazione al femminile, dall’animatrice di “donne con le gomme”. L’altra metà della bici.

 

 

 

Daniela Schicchi

Marco Pastonesi

Paola Gianotti

Alberta Schiatti

Paolo Tagliacarne

Paolo Della Sala

Anna Salaris

Francesca T

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