Ciclabilità alla milanese

racconti & riflessioni
Bike sharing Milano

Bike sharing Milano

Dal tavolo milanese ciclabilità riceviamo via mail e volentieri pubblichiamo il seguente “botta e risposta”. Interessante per capire i tempi delle cose pubbliche nel nostro amato e bel paese. Ai posteri l’ardua sentenza.

Gent. Dott. Lopez,  considerato che data l’ora non si è potuto fare un giro di tavolo completo per raccogliere commenti, mi permetto ora di fare poche, ma penso necessarie considerazioni. Premetto che ho utilizzato la bicicletta come mezzo di trasporto quotidiano dal 1980 ed ho smesso da pochi mesi in quanto una equipe di medici mi ha assolutamente vietato di usare la bicicletta per Milano ( fortunatamente solo per le strade di Milano). Ma veniamo alle considerazioni: 

Il piano presentato che trovo molto bello, mi ricorda il famoso piano dei 330 km. di Carlo Tognoli degli anni 80, poi rivisto con una proposta del Club del Politecnico (Franco Corleone) e dell’ANCMA (dove anche il sottoscritto, facendone parte, preso da entusiasmi, ha collaborato con qualche suggerimento).

Titolo: Alla Conquista del Giardino di Pietra. 

Il problema è che dopo 30 anni ci ritroviamo a ridiscutere lo stesso piano della ciclabilità, che ancora non si sa quando mai potrà essere attuato in quanto, mi par di capire dai giornali, il Comune, nonostante stia facendo cassa con ogni mezzo, non navighi nell’’oro. 

Pertanto darei la precedenza a interventi di più semplice attuazione, in quanto il pericolo per chi va in bicicletta non è rappresentato solo dalle automobili:  

1)    Illuminiamo Milano! le luci della città sono diventate fioche e in alcuni quartieri mancano addirittura. Le bici non hanno gli anabbaglianti pertanto serve che le vie siano illuminate. 

2)    Le strade sono disseminate di buche profonde anche 30 cm. e sarebbe urgente sistemarle 

3)    L’asfalto ai bordi delle rotaie è tutto sollevato oppure è più basso di 5-6 centimetri, si rischia di cadere ad ogni attraversamento 

4)    I tombini sono più bassi del manto stradale di almeno 10 cm. 

5)    Le strisce pedonali, ultimamente, quando piove sono come una lastra di ghiaccio. 

6)    Le poche piste ciclabili “strutturate” sono fatiscenti (una a caso Via Rasori, o Via Dezza), facciamo della manutenzione 

( l’Ing. Lucilio Cogato deve trovare una soluzione a questi 5 punti; è più urgente del cordolo della pista che ..… chissà quando si farà) 

7)    L’80% delle persone alla guida delle auto telefona, e non telefona con il viva voce o l’auricolare, ma tiene il telefono in mano. Se a ognuno di questi venisse ritirata la patente avremmo risolto i problemi del traffico. Ovvero se i Vigili vigilassero ai bordi del marciapiede e non venissero mandati in giro in automobile forse avrebbero più possibilità di fermare questa gente che per il ciclista è un pericolo mortale. E inoltre avrebbero la possibilità di fermare anche chi passa con il rosso o viaggia a 90  km/h. per le vie del centro. Penso che questi punti siano un primo passo per avvicinarci ad essere una “Città amica delle biciclette” e non un Comune nemico delle biciclette. Oltretutto questi pochi provvedimenti mi sembrano doverosi, quantomeno per rispetto Verso i cittadini. Poi tutto quello che riusciremo a mettere in atto per diventare una vera “Città amica delle biciclette” ben venga. 

Mi scuso per essere stato un po’ lungo e magari un po’ polemico, ma ero il più vecchio del tavolo, e quindi spero me lo consentiate. 

Cordiali saluti / Marcello Doniselli

Sicuramente il Doniselli, per il mestiere che fa e gli incarichi che ricopre, è persona attenta e che segue da tempo le vicende milanesi legate alla bicicletta. Ecco la risposta del direttore progetto ciclabilità del Comune di Milano.

Gentile Sig. Doniselli, 

non è stato nè lungo nè polemico. Le cose che dice sono sacrosante, e il Comune, che io sappia, ci sta lavorando. 

Sul tema delle manutenzioni stradali si sta facendo il possibile, nella attuale situazione finanziaria; nonostante tutto l’amministrazione sta decidendo di investire 30 meu per risanare le vie e l’elenco è visibile in internet. Ovviamente è una parte del necessario, ma occorre far i conti con la cassa. Altri interventi analoghi verranno effettuati in appalti particolari, le segnalo la rimozione dei binari da via dell’Orso e via Monte di Pietà, e forse anche da piazzale Baiamonti (quelli che non servono). Questo tema in particolare è molto complesso poiché spesso si associa alla necessità di bonificare sotto l’armamento e il tutto comporta costi unitari veramente considerevoli. 

Quanto alla illuminazione pubblica, è partita di A2A e so che i colleghi ci stanno lavorando, poiché si vorrebbe arrivare a una revisione di tutti i vecchi impianti con nuovi sistemi a tecnologia avanzata (luce ottimizzata, impianti a basso consumo). 

Per quanto riguarda i controlli, da una situazione tendente a zero ereditata dal passato ora vi sono numeri interessanti: stiamo attendendo i dati dalla vigilanza, come ha sentito dal dr. Carobene. Quanto infine al piano, occorre crederci. Nessuno di noi ha la bacchetta magica, ma se non vi è un progetto non vi sarà mai una realizzazione: il piano fornisce una visione, crea un sistema di priorità su cui lavorare. questo è l’intendimento. Qualcosa si sta muovendo; si può sempre fare di più, noi ci stiamo impegnando. 

Cordialmente / Fabio Lopez / direttore progetto ciclabilità 

Daniela Schicchi

Marco Pastonesi

Paola Gianotti

Alberta Schiatti

Paolo Tagliacarne

Paolo Della Sala

Anna Salaris

Francesca T

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