Dentro e fuori Milano, un mercoledì da ciclista.

tecnica & pratica

in fuga lungo il naviglioBici da corsa.

Ci si trova tutti i Mercoledì, dove finisce Milano e inizia la campagna del Parco Agricolo Sud, appena dopo l’alba, davanti alla prima delle tre Canottieri, la San Cristoforo, che per noi ragazze è davvero dietro l’angolo; possono essere le 7 o le 8 ma comunque sempre prima che il rumore, il traffico, il casino si sveglino del tutto. Le gambe ancora calde di sonno e fresche di fatica. Possiamo essere due o tre, ma anche dieci o quindici, con due o tre istruttori, bravissimi. Ale, strappato (ma non troppo) alla mountain bike, Edu sempre gentile e sorridente, e Paolo, il Grande Capo. E, bando alle ciance, subito si parte, decisi lungo il naviglio sulla pista ciclabile, come sempre facciamo noi due, io e Al, anche da sole.

Si dirada la grande Milano e inizia la magia

Ma poi, inaspettatamente, appena finito il riscaldamento, mentre l’allenamento prosegue, e la velocità si distende, si cominciano a prendere diramazioni nascoste ai più, a zigzagare, sempre più veloci e decisi, rigorosamente in scia, facendo i turni per tirarsi, in stradine segrete e deserte, che costeggiano le proprietà agricole, i piccoli canali, i campi a perdita d’occhio e i boschi. E improvvisamente, lasciando la via principale, ci si  perde in un nulla fatto di campagne che non sembra possibile si nascondano appena fuori la grande, caotica Milano, in un dedalo di cui solo la nostra guida tiene saldamente sul manubrio il bandolo. E ci si ritrova in scorci puliti e verdi, silenziosissimi e assolutamente privi di traffico, dove il solo rumore è il ronzio dei cambi, il fruscio delle ruote, il battito dei nostri cuori. E ci si allena davvero, non importa a che livello si è, perchè per ogni andatura c’è il “coach” che fa strada e velocità. In un batter d’occhio si arriva alla meta, dove ci si concede un breve sosta, il tempo di un caffè, e poi si torna, ma non dalla stessa parte! E si scoprono altre stradine altrettanto sorprendenti e sconosciute, e si pedala senza sosta, lasciando sull’asfalto le preoccupazioni, le incazzature, le fatiche che ci aspettano dietro la porta di casa, o dell’ufficio e che al ritorno affronteremo con più energia, le gambe “lavorate” al punto giusto, un pieno di endorfine nel corpo, e paesaggi di un altro mondo negli occhi.

Bici da città.

Tutto vero! Ma come al solito si è dimenticata i piccoli dettagli, le emozioni, sempre grossolanamente attenta alla performance, lei! E quel bar al ponte delle barche, da cui si vede il sorgere del sole in mezzo agli alberi, che sembra davvero di essere in vacanza in un altro mondo? E il localino delizioso di Morimondo che fa quei biscottini irresistibili? E il profumo dei gelsi che ti accompagnano per quasi tutto il giro, e quel campo di papaveri che sembra non finire mai, che Al si è fermata a fare centinaia di foto? E l’acqua dei piccoli navigli secondari che cambia colore ad ogni stagione, o ad ogni albero che ci si riflette?  E gli scoiattoli e i leprotti che si intravedono scappare al nostro passaggio? Bè, si ci vado anch’io ogni tanto a fare dei giri sulle Strade Zitte, cosa credete? Sdciabadabadà.

Quindi, un consiglio, per stare bene e guadagnare in buonumore, participate ai mercoledì turbolenti!

Conoscete la regola delle 3B? Bicicletta, Benessere, Buonumore. Per metterla in pratica pedalate su Le Strade Zitte, qualunque giorno va bene per iniziare. E per chi proprio non sa come iniziare ci sono i corsi BikeFit per imparare a pedalare gestendo la fatica.

Daniela Schicchi

Marco Pastonesi

Paola Gianotti

Alberta Schiatti

Paolo Tagliacarne

Paolo Della Sala

Anna Salaris

Francesca T

X

SOSTIENI IL PROGETTO LE STRADE ZITTE

L’obiettivo è tutelare e valorizzare il paesaggio italiano. Se condividi la nostra visione, se scarichi le tracce dei percorsi proposti, se vuoi che Turbolento continui a creare nuove Strade Zitte per far conoscere l’Italia meno conosciuta, sostieni il nostro progetto con la tua donazione.

Dona ora
Share This