Il Tubolare o Palmer

tecnica & pratica

Tubolare

Tubolare: pneumatico inventato nel 1889 da John Palmer e la sua caratteristica principale è quella di inglobare la camera d’aria in un ‘corpo’ molto resistente, con un battistrada simile a quello dei copertoncini e, nella parte a contatto con il cerchio, rifinito con un nastro in tessuto che, letteralmente, si ‘incolla’ alla base del cerchio con del mastice speciale o, da qualche tempo, con nastri biaderenti.

Montare un tubolare è operazione complessa che comporta una buona conoscenza dei materiali ed una raffinata tecnica.

In una Bibbia moderna, tenuto conto della calma e della pazienza necessarie, l’unico che potrebbe usare i tubolari sarebbe Giobbe, l’uomo più imperturbabile della storia.

Siete persone impazienti? Non avete una squadra corse che vi segue pronta a sostituire la ruota in caso di foratura? Le vostre congiunzioni astrali inducono a ritenere che il 2020 sia stato l’anno migliore della vostra vita?

Se rispondente affermativamente ad almeno una di queste domande, i tubolari non fanno per voi.

Tubolare, per gente paziente!

I tubolari sono straordinariamente confortevoli e scorrevoli; su strada consentono di gonfiare fino a oltre 11 atmosfere (in pista si arriva a 16…) e, quindi, di farvi pedalare su un cuscino d’aria uniforme e quasi indeformabile mentre nell’off road offrono la possibilità di tenere la pressione bassa e, quindi, di aumentare l’aderenza.

I tubolari sono ‘romantici’, un po’ retrò e un po’ esclusivi.

I cerchi dei tubolari sono più leggeri. I tubolari (o ‘palmer‘) sono artigianali, ed evocano il ciclismo d’antan.

Soprattutto un buon palmer è molto meno soggetto alle pizzicature.

Il che non significa che non si fori: tutti avete nella mente l’immagine dei ciclisti ‘eroici’ che pedalano col tubolare a tracolla.

Naturalmente oggi i materiali sono nettamente migliorati ma il problema del ‘buco’, per quanto notevolmente ridotto, non è certo completamente risolto.

Se forate, quindi, tutti i pregi – molti dei quali spingono tantissimi professionisti ad impiegarli – svaniscono in un nanosecondo e voi vi ritrovate in mezzo alla strada (magari con la pioggia) col copertone in mano e una quantità di pazienza insufficiente a farvelo montare senza perdere la fede, qualsiasi essa sia. A meno che non siate Giobbe.

La pazienza di Giobbe, vi servirà

In primo luogo innestare il tubolare sul cerchio è come infilare un’anguilla nella cruna di un ago: quando siete arrivati all’ultimo pezzetto e, smadonnando, fate sforzi erculei per fargli sormontare il mezzo centimetro che manca, il tubolare, da sotto, esce e dovete ricominciare.

Naturalmente, nel frattempo, vi siete incollati le dita delle mani con il mastice, vi siete impiastricciati il giubbino da 250 euro o avete montato il nastro biaderente raggrinzito.

Quando, finalmente, ce l’avrete fatta ripartirete con la valvola storta, il cerchione sporco di colla e i nervi a pezzi.

Per cui: o siete Giobbe o siete dei professionisti o siete abilissimi nel montaggio del tubolare.

Altrimenti, datemi retta: desistete.

Anche perchè i tubolari sono molto più costosi (sotto i 50/60 euro significa sprecare i soldi), una volta bucati vanno buttati (potrei in un post per soli malati di mente indicare come si ripara un tubolare di alta gamma, ma non vorrei che questo inducesse a riaprire i manicomi).

Infine: buona regola sarebbe montare il tubolare a casa e lasciarlo ‘attecchire’ qualche ora in modo che il mastice o il nastro si ‘ancorino’ saldamente alla base del palmer e lo rendano stabile.

Ma se lo cambiate ‘al volo’ tutto questo tempo non lo avete e l’abilità nella pratica di montaggio si rende ancora più necessaria per evitare rischi di scarrocciamento (magari in discesa). Tanto più che difficilmente avrete a disposizione strumenti di gonfiaggio che vi facciano raggiungere le 10/11 atmosfere necessarie.

Se, tuttavia, supererete tutte le piccole avversità di cui vi ho detto, il tubolare vi renderà felici e anche un po’ orgogliosi, un segno di distinzione da ciclisti aristocratici.

Se vi siete persi il blogpost sui copertoncini, correte a leggere qui!

 

 

Daniela Schicchi

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