Le frazioni zitte della Valsesia

Varallo (Vercelli) / intermedio / 62km / 1300D+

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DESCRIZIONE

Strada Zitta a cura di Gianrico Nai

Valsesia dove è possibile imbattersi in strade e salite poco frequentate che permettono di pedalare in tranquillità con un panorami e sfondi veramente notevoli, colorati da boschi di faggi e castagni.
Questo anello è uno di quei percorsi, ricavato da strade e stradine secondarie, che infilzano una moltitudine di frazioni di alcuni comuni della media valle.

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Il periodo più indicato per pedalarlo è certamente ottobre/novembre quando le temperature non sono ancora rigide e lo spettacolo del feuillage accende le strade con le sue infinite sfumature.

Quanto alla bicicletta, la soluzione sicuramente più azzeccata è la gravel non solo per le parti di sterrato, in realtà nemmeno lunghissime, ma anche per la condizione di certe strade non proprio ottimale. A causa di una ormai cronica mancanza di validi collegamenti, la soluzione migliore per arrivare a Varallo, porta dell’alta Valsesia, è l’uso dell’auto.

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PROFILO TECNICO

Punto di partenza (e di arrivo) è la città di Varallo: dopo il primo tornante per Civiasco ci si immette in una sterrata che ci porterà a Cilimo e in seguito a Roccapietra (sterrato evitabile seguendo da subito le indicazioni per Roccapietra) quindi si scende verso….

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…Quarona per poi risalire a Cavaglia su una salita che per il primo paio di chilometri risulta piccante ma si addolcisce in seguito senza mai mordere troppo. Giunti a Cavaglia si prosegue per San Bernardo di Breia attraverso un nastro d’asfalto tortuoso ma dalle pendenze amichevoli. Dopo poche centinaia di metri in discesa si svolta per Breia, un’altra frazione – questa volta del comune di Cellio – che permette di rifiatare e di cambiar acqua alla borraccia. La prosecuzione di questa discesa, divertente e molto scorrevole, ci porta a toccare il comune di Cellio ma senza entrarvi. La tappa successiva è l’abitato di Piana dei Monti a cui si giunge attraverso la provinciale  SP106 Merlera-Zuccaro: anche in questo caso le percentuali della risalita non sono proibitive ed in breve tempo siamo nel cuore di questo paesino spartiacque tra Valsesia e la zona del lago d’Orta. Dopo un’ulteriore serie di strappetti si giunge nel primo filotto di frazioni della città di Valduggia. Nell’ordine si passa attraverso Merlera, Valpiana, Orsanvenzo e Zuccaro per immettersi in una delle parti meno “zitte” del tour, ovvero la Cremosina, tanto amata dai motociclisti, che per nostra fortuna verrà percorsa per soli 4 chilometri prima di svoltare verso la parte più muta di questa strada zitta.

Inizia infatti sulla sinistra la salita per un’altra frazione di Valduggia, Castagnola*, esattamente sul versante opposto a quello da cui siamo arrivati. Risaliamo i 4.5 km della salita con il monte Fenera (899 m slm) sempre ben in vista; la salita non è banale (8% medio) ma lascia ampi momenti di respiro. Giunti alla frazione, ci si dirige verso Maretti dove l’asfalto finisce: da qui per 2 chilometri circa le ruote gireranno su un mix di sterrato compatto, sassi e chiazze di asfalto. Il tratto non è in buonissimo stato ma non è nulla che una gravel non possa superare.

Giunti alla fine della parte offroad ci si ritrova nella frazione di Costa del Fenera e dopo una picchiata piuttosto tecnica a causa delle condizioni del manto stradale ci si lascia alle spalle Valduggia. Entrati in Borgosesia ci dirigiamo verso le frazioni più alte e all’uscita dell’abitato di Rozzo imbocchiamo una ciclabile** ( cartelli segnavia gialli) che taglia attraverso pratoni e, dopo l’ingresso a Caneto, si infila in un bosco, sbucando nuovamente a Quarona. Dopo un altro breve excursus su sterrato, attraversiamo il ponte di Doccio e dopo 6 facili chilometri ci ritroviamo a Varallo.

* è possibile bypassare questa salita e la successiva discesa da Costa del Fenera, semplicemente proseguendo dritti: il percorso si ricollega sulla stessa strada.

** anche in questo caso si può evitare lo sterrato semplicemente seguendo le indicazioni per Caneto e poi per Quarona.

Buona pedalata.

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