Il senso della bicicletta per il territorio

racconti & riflessioni

mario verin italy

TERRITORIO E BICICLETTA

La bicicletta è un prodigio meccanico che sa creare emozioni. E’ una macchina perfetta per creare relazioni sociali e  per conoscere meglio se stessi. Nella sua dinamicità, permette di ridisegnare il territorio. Con la sua agilità, inventa itinerari e percorsi inediti, creando infinite e nuove configurazioni anche dei luoghi a noi più conosciuti. Questo è il senso della bicicletta per il territorio.

E’ sempre più evidente la necessità e il desiderio di recuperare il senso del territorio e del bello da cui tutti vorremmo essere sempre circondati. Una sede ciclabile attrezzata o un semplice percorso possono trasformare un “luogo di nessuno” in uno spazio di pregio da vivere e rispettare.

Il pubblico sensibile non è più la “nicchia” di chi ama la bicicletta, ma si allarga a tutte quelle persone che amano vivere in maniera attiva il contatto con la natura.

Il territorio, negli ultimi decenni della nostra storia, ha inseguito le esigenze legate alla concentrazione abitativa e industriale. Oggi deve riuscire a soddisfare la crescente domanda di luoghi, spazi, servizi  e attività che possano migliorare la qualità della vita. Tra queste anche la crescente richiesta di mobilità individuale in armonia con l’ambiente. Ambiente di cui tutti siamo parte, di cui tutti siamo responsabili.

Oggi dobbiamo pretendere dall’esubero di mezzi e tecnologia di cui disponiamo, soluzioni pratiche, oneste ed efficaci per  migliorare davvero la qualità della vita. Dobbiamo abolire sprechi ed eccessi. Solo così si potrà ricominciare a fare sviluppo, anche economico.

E’ necessario spostare il focus verso elementi e riferimenti nuovi. E’ indispensabile tenere conto delle nuove esigenze sociali orientate anche alla fruizione di spazi, curati, ricchi di valori culturali, paesaggistici e naturali. Anche, o forse soprattutto, in un contesto di area metropolitana sviluppata come quella milanese che si sta sviluppando in una porzione di pianura, in cui è ancora viva la vocazione agricola.

PARCO AGRICOLO SUD MILANO

Citiamo alcuni stralci dai testi pubblicati sul sito del Parco Agricolo Sud Milano

Paesaggio. Riqualificare e riutilizzare con finalità attuali le cascine, i mulini, i caselli idraulici e i borghi antichi e per migliorare la qualità paesaggistica della rete di percorribilità sostenibile.
Turismo, sport e tempo libero. Riqualificare e ridare uso attuale alle dimore storiche finalizzandolo all´ospitalità, al benessere ed alla fruizione dei giacimenti gastronomici locali.
Culture. Creare rete di spazi, edifici servizi e soggetti (santuari, abbazie, teatri, musei, ecc), che producano attività ed iniziative di respiro nazionale ed internazionale.

Il nostro riscatto come uomini contemporanei incomincia proprio attraverso il lungo e contraddittorio percorso che porta negli anni sessanta all’individuazione dell’idea di Parco. Negli anni settanta-ottanta al suo sviluppo, da concetto a strumento legislativo-amministrativo. Negli anni novanta all’affermazione legislativa ed ai primi passi per dotarsi come Parco di strumenti gestionali fondamentali allo sviluppo di iniziative volte a recuperare e valorizzare il territorio.

GOVERNANCE DELLA MOBILITA’

Le città sono attraenti per le molteplici strutture e infrastrutture che offrono. La criticità è dovuta alla densità abitativa e alle tante attività lavorative e di svago, concentrate in poco spazio.

Le città e i luoghi a forte gravitazione di pubblico, attivando un buon controllo della mobilità potranno aspettarsi una maggiore attrattiva nei confronti dei residenti, dei potenziali residenti e degli investitori. Grazie alla sua indubbia comodità e praticità, l’uso dell’auto aumenta ovunque, tranne in quelle realtà che hanno saputo attuare politiche e soluzioni efficaci, di governance della mobilità.

Il trasporto pubblico deve sempre più giocare un ruolo rilevante, collaborativo e complementare a quello privato e anche alle politiche per la ciclabilità. I mezzi pubblici, se efficienti e regolarmente utilizzati, hanno un ruolo di rilevanza strategica per “liberare” le strade e concedere più spazio a forme di trasporto meno invasive. Inutili le battaglie contro le auto che tutti usiamo con soddisfazione e praticità. Più utile l’educazione ad un moderno, civile e ormai indispensabile concetto di condivisione e rispetto degli spazi comuni, senza abusi e prevaricazioni di alcuno sugli altri. Un pubblico sempre più vasto è ormai maturo per affrontare questo importante cambiamento.

ROAD SHARING

Il successo, rapido e indiscusso, del Bike Sharing e del Car Sharing a Milano è sicuramente una conferma di ciò. Entrambi stanno funzionando molto bene, ma sarebbe opportuno che tutti pensassimo anche in termini di ROAD SHARING, imparando a “condividere” con maggior attenzione, educazione, rispetto e senso civico, le nostre strade.

MUOVERSI IN BICICLETTA

Muoversi in bicicletta vuol dire stabilire un contatto diretto e immediato con la strada, con il paesaggio, con le persone e le cose che si incontrano; stabilire un rapporto diverso con il tempo e con lo spazio, che si dilatano in modo da riscoprire i nostri limiti, ma anche la via per affrontarli e superarli.

Muoversi in bicicletta consente di cogliere i dettagli del paesaggio, del territorio, della storia, della cultura e dell’anima dei luoghi che si attraversano. Muoversi in bicicletta vuol dire diventare parte dell’ambiente, imparando a rispettarlo di più.

Muoversi in bicicletta impone una diversa conoscenza del territorio, una mappatura dei percorsi possibili “da ciclista”, privilegiando le strade più tranquille, a minor tenore di traffico, magari più contorte, magari quelle che, parallele alle provinciali attraversano i mille borghi, paesini e i piccoli comuni italiani, spesso sorprendenti, a volte sconosciuti. Noi le chiamiamo STRADE ZITTE. E il nostro paese ne è particolarmente ricco, basta scovarle e metterle in fila con pazienza. Vi porteranno da nord a sud, da est a ovest. E viceversa.

Da tempo ci prodighiamo per un sistema territoriale di relazione collaborativa e costruttiva tra tutte le comunità locali per rispondere alla domanda crescente di ciclabilità e cicloturismo sportivo.

Con le nostre STRADE ZITTE vogliamo affermare il ruolo della bicicletta e degli itinerari in bicicletta (non solo le piste ciclabili) nel sistema turistico locale, nazionale e internazionale.

Ben vengano le piste, ma anche tutte le possibili sedi ciclabili, argini, ferrovie e strade dismesse, magari di più facile e rapida realizzazione, rispetto alle piste. E soprattutto iniziamo a promuovere in modo efficace, ragionevole, senza sprechi e troppi enti, consorzi, tavoli, convegni, agende…. quanto oggi c’è di già ciclabile nel nostro bel paese.

L’esistente non è poco, basta conoscere e far conoscere le migliaia di chilometri di STRADE ZITTE, disseminate sul bellissimo territorio italiano. Piccole strade di campagna, percorsi alternativi dentro gli Appennini, strade di montagna, fino alle opere di recupero dei sedimi ferroviari abbandonati per creare percorsi ciclo-pedonali.

FIANDRE O NAVIGLI?

Il Grand Tour dei Navigli a ovest di Milano è un esempio. Uno dei tanti.

Le Fiandre si promuovono da anni attraverso il sito e l’ente locale di promozione turistica VisitFiandre #fiandreinbici. Un soggetto unico di promozione turistica. Avete mai provato a fare la lista di quanti enti, consorzi, associazioni territoriali, etc. etc. esistono per non riuscire a promuovere i Navigli?

Paolo Tagliacarne – Turbolenti si nasce

Chianti e Val d'Orcia

Nel cuore della Toscana

Adriatico e Tirreno

Da Gabicce a Bolgari in biclicletta

Salento e trulli

Da Lecce a Polignano negli uliveti

Daniela Schicchi

Marco Pastonesi

Paola Gianotti

Alberta Schiatti

Paolo Tagliacarne

Paolo Della Sala

Anna Salaris

Francesca T

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