L’arte della pedalata rotonda

tecnica & pratica

Vi è mai capitato di osservare attentamente l’elegante gesto atletico di un ciclista professionista? spalle immobili e le gambe che con la potente regolarità di due stantuffi, spingono sui pedali. Miguel Indurain era forse uno dei più eleganti, soprattutto nelle prove a cronometro.

Premesso che a tale risultato si arriva solo con migliaia di chilometri nelle gambe, il nostro (decisamente più modesto) obiettivo è un rendimento di pedalata ottimale per ridurre l’affaticamento e sfruttare al massimo l’energia che le nostre personali “doti atletiche” ci consentono di produrre.

Per pedalare in modo corretto, il piede deve appoggiare sul pedale di punta, deve essere parallelo al telaio (al limite con il tallone che tende leggermente all’esterno) e, durante il giro completo, parallelo anche al terreno; sicuramente il sistema scarpa-attacco aiuta moltissimo l’apprendimento della pedalata rotonda, che deve tendere ad eliminare il punto morto di ogni rivoluzione completa.

Il sistema scarpa-attacco è determinante

Nel momento in cui si opta per il sistema scarpa-attacco, è bene farsi regolare il sistema in modo “millimetrico” da un esperto meccanico ciclista.

La pedalata rotonda non è solo l’effetto della spinta sul pedale, ma la perfetta e armonica combinazione di un piede che spinge e l’altro che tira, prima di arrivare alla spinta successiva.
Ciò contribuisce anche a mantenere i muscoli sciolti evitando i crampi. Durante le prime uscite ad inizio stagione, le gambe devono “girare” in scioltezza, per arrivare gradualmente a “spingere i rapporti più duri”. I rapporti agili, o leggeri, sono quelli più adatti alla salita, quelli che affaticano meno e aiutano a fare fiato perché richiedono (o consentono, dipende da come la si vede) un numero maggiore di “rivoluzioni al minuto” (giri completi di pedale).

Va detto che il sistema scarpa-attacco obbliga ad utilizzare sempre la scarpa tecnica, strada o mtb che sia, e quindi potrebbe avere controindicazioni su una bici utilizzata quotidianamente, anche in città. Nei negozi specializzati si trovano pedali double-faces, da una parte utilizzabili con la scarpa tecnica (sistema SPD per mtb), dall’altra con qualsiasi tipo di scarpa. Sono ottimi per le bici da trekking o da viaggio.
Le biciclette moderne sono dotate  di doppia o tripla moltiplica (o corone anteriori, quelle, per intenderci meglio, attaccate ai pedali) e gruppo pignoni posteriore da 7 a 10 rapporti. Le bici da corsa abitualmente montano doppia corona, con 9/10/11 rapporti al deragliatore posteriore. La tripla corona è, in genere, prerogativa di mountain e city bike.

Mantenendo costante la velocità, un rapporto agile richiede un numero di rivoluzioni per minuto superiore rispetto ad un rapporto duro, o lungo che dir si voglia. Per  è bene affrontare le prime uscite con rapporti mediamente agili, accumulando almeno 400 chilometri di allenamento in pianura con qualche dolce salita. Per farlo, anche le prime uscite devono prevedere, compatibilmente con l’abitudine alla sella, che rappresenta l’aspetto più critico per tutti i neofiti della bicicletta (almeno per le prime tre o quattro uscite), una distanza tra i 35 e i 50 chilometri, che tradotto in tempo significa dagli 80 ai 120 minuti in sella, soste escluse, naturalmente.

Un ultimo suggerimento: cercate di imporvi una cadenza fissa per le vostre uscite, puntando a due volte a settimana, una uscita più breve a metà settimana ed una più lunga nel week-end. Meglio evitare due uscite consecutive il sabato e la domenica, per l’indispensabile recupero. Con l’aumentare dei chilometri percorsi, si può intensificare l’attività.

Pedalata rotonda (dal bicibolario)

 

Daniela Schicchi

Marco Pastonesi

Paola Gianotti

Alberta Schiatti

Paolo Tagliacarne

Paolo Della Sala

Anna Salaris

Francesca T

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