Scegliere la bici #2

tecnica & pratica
Cinelli Gazzetta della strada

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Segue da “scegliere la bici #1” Già letta la prima parte?

In genere le più moderne biciclette da città o da passeggio, perlomeno quelle con uno spiccato orientamento sportivo, hanno una posizione di guida più protesa in avanti pur non montando il classico manubrio dritto da mtb e sono dotate di un cambio che offre una gamma di rapporti anche in esubero, da 21 a 24 o anche 27 diverse combinazioni offerte dall’insieme di 3 corone e 7, 8 o 9 pignoni posteriori.
Il numero totale delle possibilità è ottenuto dalla moltiplicazione del numero di rapporti anteriori per quelli posteriori, anche se in realtà non ogni singola corona andrebbe usata con tutta la gamma dei pignoni posteriori, questo per non fare lavorare male (disassata) la catena, che deve lavorare il più diritta possibile.

 Ad esempio le combinazioni estreme – corona anteriore più grande con pignone posteriore più grande, o corona anteriore più piccola con pignone posteriore più piccolo – obbligano la catena a lavorare con una diagonale eccessiva, ovvero fuori dalla linea ideale di allineamento, con maggiori probabilità di rottura dovuta ai maggiori attriti.

 Queste biciclette, hanno tutte (o quasi) di serie l’attacco manubrio con inclinazione regolabile, il che consente di adattare meglio, alle  esigenze personali, sia l’altezza del manubrio che la sua distanza dalla sella (lunghezza della bicicletta). 

Questo biciclette, infine, si adattano meglio ad eventuali gite fuoriporta. Il cambio con più rapporti si apprezza molto, sulle distanze maggiori, sulle inevitabili salite e salitelle che si possono incontrare e anche nel malaugurato caso in cui ci si dovesse trovare controvento, il rapporto “più agile” aiuta a ridurre la fatica. Ultimo, non insignificante dettaglio, hanno il sistema di sbloccaggio delle ruote “a sgancio rapido” che consente di togliere e mettere entrambe le ruote con facilità, il che agevola non poco l’operazione di cambio della camera d’aria in caso di foratura.

Solo città o anche qualche passeggiata-escursione?
 Una volta che si è scelto di salire in sella, superati i disagi dei primissimi giorni e qualche inevitabile dolorino tipico dei neofiti, si passa alla messa a regime del sistema ciclista-bicicletta.

 Si cerca la posizione più confortevole, l’altezza migliore per la sella, si trovano i trucchi per trasportare tutte le piccole necessità quotidiane…..insomma si inizia il percorso per diventare degli “utenti esperti”.

 E’ solo con l’esperienza che s’incomincia a capire la funzionalità della bicicletta e l’importanza di ogni suo componente. E’ quindi importante, al momento dell’acquisto, fare una scelta oculata, avere le idee chiare sull’utilizzo che se ne intende fare e lasciarsi anche consigliare dal negoziante che, soprattutto se appassionato, non può che darvi buoni consigli. Quindi confidatevi con lui senza timori.

 Se pensate di voler fare lunghe passeggiate fuoriporta e usare la stessa bicicletta per i vostri spostamenti cittadini, dovrete orientarvi su una bicicletta decisamente sportiva, con cambio di buona/ottima qualità, con ruote del 28 (misura da uomo), con impostazione adatta a tutti i terreni, senza essere una mountain bike (ruote del 26). Non sono indispensabili le tre corone anteriori e i 7-8-9 pignoni posteriori, ma lo standard di mercato è questo. Il mercato tedesco, ad esempio, è molto orientato ai 7-8 rapporti al mozzo con corona unica al movimento centrale. A tale bicicletta, per l’utilizzo cittadino, dovrete far aggiungere la fanaleria ed i parafanghi, volendo di tipo removibile (il portapacchi e le borse sono una scelta squisitamente personale). 

La scelta dei parafanghi removibili è dettata dalla maggiore praticità nel trasportare la bicicletta, per esempio nel caso di escursioni che richiedano trasferimenti in auto: togliendo le ruote per infilare la bici in auto, l’ingombro si riduce di molto, solo se non ci sono i parafanghi.

Un ultimo, ma non trascurabile dettaglio: la scelta del manubrio. 
Il manubrio da passeggio, per intenderci, quello classico che prevede la presa della mani inclinata di circa 30-45° rispetto all’asse longitudinale della bici (o alla direzione di marcia per essere ancora più chiari), è sicuramente il più confortevole. Rispetto al classico manubrio montato sui modelli con freno a bacchetta, dove le mani sono esattamente parallele al senso di marcia, con una conseguente perdita di efficacia nella forza delle mani nella frenata, e una maggiore fatica sui pedali ad ogni partenza.
Il manubrio da passeggio risulta un buon compromesso, ma sulle lunghe distanze il manubrio deve necessariamente essere più “in avanti”, con impostazione più sportiva.

 Divagazione tecnica: il manubrio più è basso e avanzato, più consente di “tirare” al momento della partenza e nella velocità di punta. Di certo in città una posizione eretta, privilegia la buona visibilità, che risulta ridotta con manubrio da corsa, in quanto obbliga a tenere la testa bassa, il manubrio tipo MTB risulta un ottimo compromesso (utilizzato molto anche per cicloturismo). Anche in questo caso se non volete perdere tempo a farvi una cultura specifica, affidatevi ai consigli di un esperto negoziante, al quale dovrete dichiarare con chiarezza l’utilizzo prevalente che vorrete fare della vostra bicicletta.

Cosa vuol dire bicicletta su misura? 
Il concetto di bicicletta su misura è tipico dell’agonismo su strada di massimo livello. Cipollini, Indurain, Bettini & C. hanno tutti il telaio su misura ed ogni singolo componente ha una regolazione millimetrica, alla ricerca esasperata dell’ottima armonia uomo-macchina.

 Alcuni amatori particolarmente esigenti vogliono il telaio su misura di produzione artigianale, quasi “sartoriale”. Anche in questo caso la mtb ha rotto un tabù. I marchi americani (Trek, Specialized, Cannondale, Scott….) a metà degli anni ’90 sono riusciti ad imporre misure standard per il telaio e come per le T-shirt presentandosi con lo standard S-M-L-XL e la produzione dichiaratamente di serie, lasciando al resto della componentistica gli “aggiustaggi” di precisione, delegati soprattutto all’attacco manubrio e al cannotto reggisella. 

Anche per i profani però il concetto del “su misura” ha importanza. Sulla bicicletta ci si deve sentire a proprio agio in tutte le condizioni. Una bicicletta troppo piccola o troppo corta risulta più “manovriera”, ma meno stabile. Una bicicletta troppo lunga, obbliga ad una posizione innaturale del collo per riuscire “a guardare davanti a testa alta”. La sella troppo bassa, pur comoda per appoggiare bene i piedi a terra quando ci si ferma, fa lavorare male le ginocchia nella rivoluzione completa della pedalata. La ruota anteriore troppo vicina al telaio rischia, nelle curve, di toccare nella punta del piede nel punto di massimo avanzamento del pedale durante il giro completo. Insomma bisogna stare attenti al momento della scelta e lasciarsi consigliare da chi è più esperto di noi, negoziante o amico che sia.

 Infine una raccomandazione, nella scelta non lasciatevi guidare solo dal prezzo più basso, la vostra bicicletta diventerà per voi una grande compagna di vita e di strada. Pedalare in città o fuoriporta deve essere un piacere, non una improba fatica.

E per gli itinerari?
La quasi totalità degli itinerari da noi proposti con il titolo eloquente “le strade zitte” può essere affrontata con una classica bicicletta da corsa o ibride. Da parte nostra suggeriamo sempre biciclette non troppo delicate (= esaperatamente orientate alla leggerezza da corsa pura) soprattutto per le ruote. Lo diciamo perché molte delle nostre “strade zitte” sono spesso con asfalto vecchio, ruvido e rovinato. Non di rado capita anche qualche tratto sterrato.

 Sicuramente consigliamo di montare copertoncini con sezione almeno del 23, o addirittura 25. A seconda della costituzione del “conducente” raggi e cerchioni devono essere adeguati a terreni che si vogliono affrontare. Certo è che le bici robuste e di prezzo contenuto, sono spesso anche le più pesanti. Le cosidette ibride sono sicuramente le più indicate per affrontare i nostri piccoli viaggi. Noi sconsigliamo le MTB per i nostri percorsi, perché sono in prevalenza su strade o sterrati molto ben pedalabili con ruote del 28 che consentono una scorrevolezza migliore e quindi un minor affaticamento. Da consoderare la nuova opportunità delle MTB con ruote da 29′ (oggi comincia ad imporsi anche la nuova misura 27.5′) con copertoni di sezione non esagerata e battistrada del tipo “tutti i terreni”. Oltre a ciò va riconosciuto al manubrio da corsa, nonostante ciò che al primo impatto si possa pensare, il grande merito di una variabilità di posizioni che consentono grande alternanza soprattutto sulle lunghe distanze. Il comfort dei nuovi manubri in carbonio con appoggio del palmo mano piatto, sono di una comodità impareggiabile.

 Potete orientarvi su modelli non “dell’ultima collezione” che magari sono proposti a prezzi da “saldo”. I modelli superiori arrivano fino al telaio tutto carbonio e componentistica adeguata, ovviamente a scapito del prezzo. Al carbonio va sicuramente riconosciuto, se lavorato con competenza, un grande comfort di marcia. Come al titanio e all’acciaio di nuova generazione (ottima la XCR-Cinelli, anche se decisamente costosa).

Per chi affronta lunghi viaggi l’acciaio risulta sicuramente vincente per la magiore facilità di riparazione.
La corona “compatta” è quasi d’obbligo a meno di non avere un numero infinito di ore da dedicare all’allenamento per riuscire ad affrontare le nostre infinite salite zitte senza rovinarsi di fatica. 

Le ruote leggere e robuste non costano poco, ma alleggerire la massa rotante aiuta di molto, soprattutto in salita.

 L’idea della contaminazione ciclocross/cicloturismo è sicuramente vincente, vale la pena quindi di orientarsi in questa direzione. Inoltre se durante i mesi invernali provate ad allenarvi montando i classici pneumatici tassellati da ciclocross per fare qualche centinaio di km su strade sterrate, quando a primavera ritornerete a pedalare con il battistrada liscio, vi sembrerà di volare.

Ed ora, buone pedalate.

Daniela Schicchi

Marco Pastonesi

Paola Gianotti

Alberta Schiatti

Paolo Tagliacarne

Paolo Della Sala

Anna Salaris

Francesca T

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